Valeva la pena di provocare tutto questo terremoto per passare da Deschamps a Ranieri? L'allenatore era un falso problema: lo è diventato quando il francese ha scoperto la trame ai suoi danni e da quel momento ha cominciato a lanciare messaggi. Lo scudetto subito era e resta un'utopia: averlo ammesso è costato a Deschamps gli insulti della parte più debole della critica torinese, quella già celebre per non aver capito la grandezza di Zidane e tante altre valutazioni stravaganti, figlie di un'epoca di transizione come la nostra. Ranieri, che è una persona seria ed un tecnico di valore, ha ripetuto con parole diverse le stesse opinioni di Deschamps, rifugiandosi dietro un piano quinquennale e sottolineando il valore dello stile da riconquistare, non solo delle vittorie. Insomma, la Juve non può pretendere di tornare ad essere subito la prima in assoluto: se si fosse espresso così Deschamps, da quali contumelie sarebbe stato investito?
L'addio del capitano della Francia campione del mondo e d'Europa, l'avvento di Ranieri come conseguenza del gran rifiuto di Lippi hanno anche portato alla ribalta una verità indiscutibile: la vittima più illustre dell'ultimo mese bianconero non è Deschamps, ma Vialli. Sì, Vialli, l’uomo che sogna la panchina della Juve dal giorno in cui, dopo il trionfo europeo di Roma, ha salutato Torino. Inattivo dal 2002, dal fallimento della mission Watford (fu assunto in sceonda divisione, avrebbe dovuto condurlo in Premier league, rischiò la retrocessione prima di essere sollevato dall'incarico), Vialli vanta l’ingaggio più alto tra gli opinionisti-testimonial di Sky, più della D'Amico e degli altri in virtù dell'amicizia che lo lega a Murdoch. Un milione e 200mila euro l'anno (più di Ranieri alla Juve!) per due partecipazioni ogni 15 giorni, e solo in occasione della Champions, niente seconda voce, tutti i week end liberi. Un trattamento principesco. Ogni tanto alla solita voce amica del quotidiano prediletto (che in inverno strillò in prima pagina: "Lippi-Vialli insieme al Chelsea") ripete la stessa musica: "Tornerei in panchina solo per Juve e Chelsea". In realtà, s’era fatto proporre alla Sampdoria da qualche vecchio amico genovese. Ma la Samp ha scelto Mazzarri: meno trendy di uno che risiede a Londra, ma più concreto. E la Juve? Bocciato. Povero Vialli: aveva scomodato amici influenti, dalla famiglia Grande Stevens in giù, ma i dirigenti hanno resistito. Niente avventure, meglio Ranieri, sospinto dalla forza di una salvezza strepitosamente conquistata con il Parma. Per Vialli, la Juve resterà un sogno, visto che prima o poi Lippi sarà libero. Questa era la sua occasione. Non è stato abbastanza convincente, cinque stagioni senza panchina devono aver avuto il loro peso, così come le voci che lo circondano. Vialli si consolerà con Sky, mentre gli allenatori normali continueranno a lavorare bene anche in piazze che non siano Londra e Torino. Di Vialli, non mancherà un'altra intervista, di cui fin da ora possiamo anticipare il titolo: "Tornerei in panchina solo per Juve e Chelsea".
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