martedì 29 maggio 2007

La casta

di MARCO GIANNATIEMPO

Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo spopolano e gongolano con “La casta”, un atto d’accusa ai vizi della politica. Dopo il tour tra le televisioni di mezza Italia, manco fosse un libro firmato da Bruno Vespa, il resoconto dei due giornalisti del Corriere della Sera traccia un quadro a tinte lugubri, più che fosche, della nostra classe politica. Libro recensito perfino dall’ex inquilino del Quirinale, sua maestà de La Palisse Carlo Azeglio Ciampi, che ha incanalato un dibattito molto in voga sulla crisi della politica in cui i vari D’Alema e Bertinotti s’interrogano senza trovare risposta. Per taluni i segnali per un nuovo ’92 non vanno sottovalutati. Per talatri non sembrano sussistere le condizioni per una nuova Tangentopoli.

Marco Liguori e Salvatore Napolitano spopolano al massimo sulle bancarelle con “Il pallone nel burrone”, un atto d’accusa ai vizi del mondo del calcio. Niente tour, tanta sostanza. Il libro dei due cronisti del Manifesto non ha scatenato gli interrogativi dei maggiorenti del pallone, né ha evocato i fantasmi di un passato da destinare all’oblio. Eppure, questo calcio è il fratello povero (o ricco?) della politica. Ne riflette i vizi, ne ricalca la storia. E la notevole inchiesta dei due giornalisti – quando il giornalismo esce dalle redazioni ed entra nella vita reale – al massimo incontra le recensioni dei poveri di spirito. E che sarà mai una plusvalenza falsa di Galliani o una fittizia vendita del marchio del Biscione (in entrambi i casi indaga la magistratura)? E che sarà mai il conflitto d’interessi delle banche e dei suoi capitalisti senza capitali (Bertinotti docet) con le romane? E che sarà mai il potere smisurato tra gli stand del calciomercato della Gea World? Già, nell’ultimo caso il colpevole non ti porta copie…

Quando Mario Chiesa fu arrestato a Milano, partì Mani Pulite. Quando il giornale rosa e affini pubblicarono intercettazioni telefoniche riguardanti Luciano Moggi, reo di condizionare gli arbitri (tutti assolti meno De Santis, il vertice di una cupola di vetro) mediante ammonizioni mirate – mai dimostrate da nessun colloquio telefonico, sfido chiunque a sostenere il contrario – l’inchiesta denominata Off-Side schiodò le tende dal segreto della Procura. Tangentopoli a Milano, Calciopoli a Napoli. Giornali e tv allora, giornali e tv oggi. Opinione pubblica inferocita con Craxi, opinione pubblica imbestialita con Moggi. La crisi della politica su, la crisi del calcio giù. La seconda Repubblica là, e… E qui al massimo una copia sbiadita della prima. Con le inchieste nemmeno approdate nei tribunali e gli scudetti degli onesti assegnati dai propri azionisti, la seconda Repubblica del calcio è ancora lontana. Anni luce.
Ci spiegherà un giorno il podestà di Bari, Antonio Matarrese, con quali tecniche retoriche si possono sciorinare una serie di str***, ehm…baggianate, in una sola giornata. Perfino Berlusconi, re incontrastato della gaffe e della risata popolare, s’inchinerebbe per manifesta inferiorità. Leggiamo: «Semioli presenti le prove sul finale di campionato falsato o le sue sono stupidaggini. Quello che dice è molto grave. La prova che il torneo è stato regolare sta anche nella vittoria dell'Inter, che lava la faccia del campionato. Il prossimo sarà galattico, con tutta l'Italia che conta. Juventus, Napoli e Genoa tornano finalmente in A».
Interroghiamo l’esperto di ermeneutica.
1) Le prove del finale di campionato falsato le deve presentare Semioli tanto quanto i media, i magistrati e chiunque parla a sproposito di Calciopoli deve fornirle a sostegno delle loro tesi. Dal momento che i processi, almeno in punta di diritto, non si celebrano nelle stanze dei quotidiani, la presunzione d’innocenza vale per tutti. E poi, mi passino l’azzardo, solo un menomato mentale scommetterebbe un centesimo sulla regolarità di certe partite.
2) Matarrese, lui sì, ce le ha le prove. La prova che il campionato è stato regolare, infatti, sta nella vittoria dell’Inter, sostiene il Nostro. L’avesse vinto la Roma o il Milan? È sufficiente la percezione edulcorata di Moratti e delle sue magagne nei bilanci (ripeto: parola della procura di Milano) per stabilire che il campionato è regolare se e solo se lo vince l’Inter?
3) L’anno prossimo tutta l’Italia che conta in A. Ha già visionato le cassette dell’ultima giornata dell’attuale Serie B? Con ben due settimane d’anticipo? Previdente… Eppure gli consiglino di urlare a bassa voce. L’Italia che non conta, per usare il suo linguaggio, potrebbe rivoltarsi nella tomba. La tomba che il Nostro, in ossequio alla retorica delle grandi piazze in Serie A in barba alla meritocrazia, gli ha scavato.
Scrivi a: ilrestodelpallone@gmail.com

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