lunedì 28 maggio 2007

Evviva: è finita!


di CARLO TECCE


Una coppa a testa. L’Inter ha festeggiato dodici mesi di scudetti, la Roma una settimana di coppa Italia, il Milan un giorno di coppa Campioni. L’intensità può rinforzare la brevità.

Chi ha ancora la bocca asciutta, poverino, può stappare bottiglie fumanti per bagnare e spedire al macero il campionato più brutto e finto che la storia della bruttezza e della finzione abbia mai eiaculato.

La penna non si eccita. Che palle, ripetere le consuete castronerie. E’ fine anno, fine campionato, fine ultimo dei buoni propositi. La scorsa estate, bruciata dal Mondiale e da Calciopoli, le categorie calcistiche (giornalisti, dirigenti, istituzioni) avevano promesso una rivoluzione: qualcuno ha contato vinti e vincitori?

I GIORNALISTI sono (siamo) una battaglia persa. Non c’è molto da filosofeggiare: mancano le palle. Roberto Mancini è più simpatico di Josè Mourinho per due motivi: allena in Italia e non dice quel che pensa (se pensasse), a differenza del collega portoghese.
Fabio Capello era un mostro di perfezione, quando era in Italia. Fabio Capello è un mostricino d’imperfezione, quando in Spagna andava maluccio. Fabio Capello è un virtuoso della perfezione, quando in Spagna va bene e sta per tornarsene in Italia.

I DIRIGENTI sono le mense di chi sopravvive con le briciole del potere (i giornalisti). Viviamo in attesa del giorno della domanda: quando un cronista, di Sky soprattutto, abbia il coraggio di fare una domanda, quelle col punto interrogativo, ad Adriano Galliano oppure a Massimo Moratti.
Lega e Federazione, in compenso, hanno trovato un punto di equilibrio: spartizione di uomini di potere, ricatti continui e polemiche rinfocolate ad arte per paventare la solita e sempre rimandata rivoluzione.

LE SOCIETA’ E I CALCIATORI si sono macchiati della retrocessione del Chievo. Non c’è da piangere per la dipartita dalla A della squadra di Campedelli, un vassallo del vecchio regime. Anche se la boiata della favola – maledizione - è il comodo palliativo alla retorica dei giornalisti alla Cannavò. Felicitazioni per la ribellione di Mario Sconcerti: istruttiva la pratica della rivendicazione postuma. Da settimane, invero, il campionato di coda s’era trasformato in una marchetta italiana (Roma-Torino?). Ma l’illecito sportivo appartiene alla Juventus, quasi per diritto divino.

UN ABBRACCIO
a Massimo Moratti: il Resto del Pallone gli consiglia una lunga e rilassante vacanza in Polinesia, oppure nel Nirvana. Il prossimo anno sarà terribile. E le sue «uscite ineleganti» saranno uscite di un’eleganza che non c’è più. Caro MM, Moggi non c’è, la verginità sarà consumata, Ibra può avere le amicizie che vuole, la Juve sarà di ritorno. La simpatia (leggasi pena) ormai è andata.


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