mercoledì 22 agosto 2007

Mal di testa


di ANTONIO GURRADO

Domanda a bruciapelo: qual è la squadra più forte di Manchester? Risposta meditata: se consideriamo la storia, il blasone, il potere commerciale e le forze in campo, senz’altro il Manchester United; se leggiamo il risultato del derby appena giocato e la classifica del campionato inglese al giorno d’oggi, il responso parrebbe sorridere ai cugini poveri e celestini. Il Manchester City infatti ha superato lo United per 1-0 e guida bellamente (e solitariamente) la fila delle iscritte alla Premier League, con due punti di vantaggio sul Chelsea e tre sul Wigan; le sei squadre con una partita in meno sono in ritardo e, se anche vincessero il recupero, non lo raggiungerebbero in testa. Così il City, se i numeri vogliono dire qualcosa, alla fine di quest’agosto atipico che in Inghilterra non ha mai superato i venticinque gradi è indubbiamente la squadra più forte di Manchester, alla faccia di Sir Alex Ferguson.
Alla faccia non solo sua, peraltro. Il pensiero che già sabato prossimo il City sarà ospite dell’Arsenal e che ciò con ogni probabilità porrà rapida fine alla sua egemonia (non è detto, però: con le squadre allenate da Eriksson non si sa mai) non dovrebbe consolare sir Alex più di tanto, visto che perdendo il derby di Manchester lo United ha dimostrato di essere afflitto da una sorta di mal di testa che sta intaccando tutte le detentrici dei principali titoli europei, Italia compresa. I rossi campioni d’Inghilterra, ulteriormente rafforzati dal mercato, nelle prime tre giornate hanno accumulato la sconfitta nel derby e due pareggi: ora, più gravi dello 0-1 patito contro il City mi sembrano per certi versi lo 0-0 d’apertura col Reading e l’1-1 col Portsmouth tre giorni dopo, segno apparente di una squadra svagata che non ha nessuna intenzione di ripetere l’exploit dello scorso anno, e la cui abdicazione prematura suona ancora più beffarda leggendo la classifica e vedendola guidata dalla squadra della metà sbagliata di Manchester.
Mal comune mezzo gaudio, d’altra parte. Rovesci anche in Francia, precisamente su Lione, dove il carro armato che ha vinto gli ultimi sei campionati sta pagando l’atto di hybris (la tracotanza venata di stupidità, per chi è stato fortunato abbastanza da non attendere agli studi umanistici) di credersi capace di vincere tutti i campionati francesi fino alla fine dei tempi. La convinzione, corroborata da una campagna acquisti faraonica e un po’ stronza (volta a rafforzarsi indebolendo le dirette concorrenti), si è fatta certezza dopo la vittoria (2-0 sull’Auxerre) all’esordio. Doveva essere la prima di una lunga serie e invece basta là: dopo sono arrivate una sconfitta evitabile (0-1 dal Tolosa), una gara rinviata e una sconfitta preoccupante, 1-2 contro il Lorient che in questo curioso gioco delle parti s’è trovato primo in classifica. Il Lione segue a sette punti (già) di distanza.
In Germania butta male per lo Stoccarda, che lo scorso anno aveva vinto il titolo grazie alla regolarità di rendimento e a una volata entusiasmante nel finale. Se il buongiorno si vede dal mattino, buonanotte: allo spettacolare pareggio per 2-2 contro lo Schalke nella gara inaugurale della Bundesliga ha fatto seguito il tracollo contro l’Hertha Berlino (che, insomma, non è propriamente la squadra di Pelè e Sylvester Stallone in Fuga per la Vittoria). Chiuso il primo tempo in vantaggio grazie a un goal nel primo quarto d’ora, lo Stoccarda deve aver pensato di essersi messo al riparo dalla (mala)sorte comune alle consorelle detentrici: si è spenta la luce e l’Hertha ha segnato tre volte nel secondo tempo, 3-1 e tante grazie.
Corre voce che la Supercoppa, di qualsiasi nazione o continente, sia un trofeo che conta solo se si vince. Domenica scorsa però il caso ha riunito sotto un unico patema le bandiere del Real Madrid e dell’Inter. I campioni di Spagna, che dall’alto della loro sempiterna tradizione vincente hanno aggiunto il titolo dello scorso anno con notevoli affanni, hanno perso dal Siviglia 0-1 l’andata in trasferta e 3-5, nientemeno, il ritorno al Bernabeu. Questa doppia sconfitta di fatto ha vidimato il filotto di sconfitte in amichevoli (per la serie: tanto il calcio d’estate non conta) patito dalla squadra più nobile di Spagna (e d’Europa) con grande scorno di Sua Maestà Re Juan Carlos. Probabilmente Schuster pensa ancora di star allenando il Getafe, la squadra dei sobborghi: così impara quel genio del male che ha avuto l’idea di cacciare ignominiosamente Capello il vittorioso. Non così Roberto Mancini, pienamente consapevole di star allenando l’Inter, dalla quale non lo caccia nessuno (per il momento). I campioni d’Italia, dall’alto della loro non altrettanto vincente tradizione, l’anno scorso hanno dimostrato di poter carpire lo scudetto anche giocando bendati, tanta la superiorità manifesta. Allora pronti, via: e il primo trofeo della stagione, come l’ultimo dell’anno scorso, se l’è pappato la Roma con Totti a mezzo servizio.
Oddio, sono il primo a dire che queste considerazioni lasciano il tempo che trovano e che il prossimo weekend magari il Manchester United e il Lione risorgono contro Tottenham e Saint-Etienne, il Real vince (ho i miei dubbi) il derby con l’Atlético e l’Inter fa un sol boccone dell’Udinese. Sarà. Però questi temporali estivi mi hanno fatto capire il trasporto e la passione (casta) con cui Matarrese s’è baciato Totti consegnandogli la Supercoppa: perché non vince sempre il più forte, e per questo il calcio è ancora bello.

venerdì 17 agosto 2007

Serie A al via. Veggenti al lavoro.

di MARCO GIANNATIEMPO

Cari amici, agosto ci porta in dote il caldo, le zanzare, la noia, e infine il campionato col suo lascito di pronostici e propositi. Per la nuova stagione, oltre ad annunciarvi che il nuovo sito è in cantiere e vedrà la luce a torneo iniziato ma con molte novità, proponiamo la nostra graduatoria sulla Serie A alle porte. Considerazioni generali: è un campionato più borghese del precedente, ma che ne guadagni in qualità è tutto da dimostrare; il calciomercato può stravolgere i pronostici ancor prima del via; la fuga dei nostri talenti, unita alla carenza di veri e propri colpi di mercato, prefigura un impoverimento che in pochi anni potrebbe portarci ai livelli della Bundesliga (in forte crescita, tra l’altro): urgono rimedi. Passiamo all’analisi.


POLE POSITION

INTER. Due acquisti di valore (Chivu e il “simpatico calciatore” Suazo, come definito dall’ineffabile Cannavò) ad integrare il sensazionale parco calciatori che è la vera forza della squadra di Mancini. Nel calcio non si gioca in 25, ma avere 25 campioni aiuta, chiedere a Spalletti. Squadra imbattibile sui calci piazzati (là dove, nel campionato del Belpaese, si vincono tante partite), con una difesa solida, un centrocampo muscolare e al contempo di qualità, una linea d’attacco che farebbe invidia al Real Madrid delle 5 coppe dei campioni. Un suicidio collettivo pare essere l’unica speranza per le inseguitrici.
Probabile formazione (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Materazzi, Chivu; Vieira, Cambiasso, J. Zanetti; Stankovic (Figo); Suazo (Crespo), Ibrahimovic. All. Mancini


SECONDA FILA

MILAN. I campioni d’Europa, al solito, si adagiano sulle loro conquiste continentali e rinunciano a puntellare significativamente l’organico (in data odierna, il solo imberbe Pato popola la colonna acquisti). Con il Dida svagato dello scorso anno, una difesa che si regge soltanto sulla qualità del centrocampo (che lascia poche iniziative agli avversari) e al mai domo Nesta, l’assenza cronica di un vice-Pirlo che permetta al più forte play-maker degli anni 2000 di riposare quanto basta, e la mancanza di un centravanti da 20 gol a stagione (lo sarà Ronaldo?), i rossoneri potranno affidarsi soltanto alla verve di un Kakà senza punti deboli e ad un complesso di primattori da fare invidia anche ai cugini. Basterà?
Probabile formazione (4-3-2-1): Dida; Oddo, Nesta, Kaladze (Maldini), Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Kakà, Seedorf; Ronaldo (Gilardino). All. Ancelotti.

ROMA. Perso Chivu, preso Juan. Date le motivazioni del rumeno, il conto in banca rimpinguato e la qualità del subentrante, tutto di guadagnato. Aquilani è pronto alla consacrazione, Giuly ed Esposito vanno a colmare le lacune di una rosa ristretta che deve guardare anche in Europa. Difetti: la poca “muscolarità”, fondamentale nel nostro calcio, la necessità di un terzino sinistro e forse di un ariete che possa risolvere determinate partite (vedi i pareggi interni contro Ascoli e Chievo della scorsa stagione).
Probabile formazione (4-2-3-1): Doni; Panucci, Mexes, Juan, Tonetto; Pizarro (Aquilani), De Rossi; Giuly (Taddei), Perrotta, Mancini; Totti. All. Spalletti.

JUVENTUS. Campagna acquisti corposa (e dispendiosa), ma aver trattenuto il nucleo storico della promozione in Serie A è il merito principale della dirigenza. Ad occhio e croce, un altro difensore centrale (Heinze?) e un terzino destro potrebbero far comodo. Il centrocampo è folto e di qualità, l’attacco è stato puntellato con Iaquinta, per caratteristiche diverso dai due titolari e per questo utile. Non giocare le coppe frutterà un bottino di punti bonus. Occhio a Palladino, Nocerino e Criscito: un giovane di qualità per reparto. Quesito dell’estate: quale Juve senza Moggi?
Probabile formazione (4-4-2): Buffon; Grygera, Andrade, Criscito, Chiellini; Camoranesi, Tiago, Almiron (Nocerino), Nedved; Trezeguet, Del Piero (Iaquinta). All. Ranieri.


ZONA COPPE

LAZIO. L’eventuale qualificazione in Champions frutterà denaro e, forse, altri calciatori. La base di partenza è ottima, e Delio Rossi sa amministrare quel che ha con sagace maestria. Permangono i dubbi su un organico ristretto, leggerino (pochi colpitori di testa, soprattutto davanti), e forse inadatto ad affrontare ambedue le competizioni.
Probabile formazione (4-3-1-2): Carrizo (Ballotta); Scaloni, Siviglia, Cribari, Zauri; Mudingayi (Behrami), Ledesma, Mutarelli; Mauri (Meghni); Pandev, Rocchi. All. Rossi.

UDINESE. Un tecnico emergente e propositivo alla guida di una rosa completa e di valore: gli ingredienti perfetti per un piatto gustoso. Il trio delle meraviglie Quagliarella-Floro Flores-Di Natale ha tutto per strabiliare tifosi e commentatori. A voler essere pignoli, manca un difensore d’esperienza e un centrocampista col “physique du rôle”.
Probabile formazione (4-3-3): Chimenti (Handanovic); Mesto, Coda, Zapata, Felipe; Pinzi, Obodo, D’Agostino; Quagliarella, Floro Flores, Di Natale. All. Marino.

FIORENTINA. Pur con tutte le perplessità del caso – i tifosi viola sono i primi a nutrire dubbi sulla campagna acquisti – la fiducia preventiva al duo Corvino-Prandelli appare d’obbligo. Il nodo principale è legato alla partenza di Toni: Pazzini è pronto al salto di qualità, Vieri è in attesa della sua rinascita, ma al momento restano i punti interrogativi.
Probabile formazione (4-4-2): Frey; Ujfalusi (Vanden Borre), Dainelli, Gamberini, Pasqual (Balzaretti); Semioli, Donadel, Montolivo, Santana; Pazzini (Vieri), Mutu. All. Prandelli.

PALERMO. A scanso di equivoci: nemmeno stavolta il Palermo vincerà lo scudetto, i vendi-fumo delle tv vadano a portar sfiga altrove. Colantuono ha l’occhio lungo e un attacco con un potenziale da 35 gol, ma la difesa va puntellata e il centrocampo, perso Corini e con Bresciano in partenza, necessita di una guida.
Probabile formazione (4-4-2): Fontana (Agliardi); Zaccardo, Barzagli, Rinaudo (Biava), Pisano; Diana, Guana, Simplicio, Jankovic; Amauri, Miccoli (Cavani). All. Colantuono.


OUTSIDER

SAMPDORIA. Esagerati: per un Quagliarella perso in extremis, Garrone regala al mago Mazzarri un quartetto di punte: Bellucci, Caracciolo, Cassano, Montella. Dalla cintola in giù, tutto o quasi come prima.
Probabile formazione (3-5-2): Castellazzi; Lucchini, Sala, Accardi; Maggio (Pieri), Palombo, Volpi, Delvecchio, Reto Ziegler; Cassano, Montella (Caracciolo). All. Mazzarri.

TORINO. Organico rinnovato, e migliorato. Qualche dubbio sulla prolificità di Bjelanovic e Ventola in attesa di Di Michele, ma l’impressione è che il Toro non dovrà faticare per conquistare la salvezza.
Probabile formazione (4-4-2): Sereni; Comotto, Natali, Di Loreto, Lanna; Rosina, Corini, Barone, Grella (Lazetic); Bjelanovic, Di Michele (Ventola). All. Novellino.

CATANIA. Potrebbe essere la vera sorpresa del torneo. Acquisti mirati e rosa almeno da centro-classifica guidata da un allenatore capace. Con un centrocampista di valore in più sarebbe da zona Uefa.
Probabile formazione (4-3-1-2): Bizarri; Silvestri, Stovini, Terlizzi, Vargas; Edusei, Baiocco, Giac. Tedesco; Caserta (Babù); Mascara, Spinesi. All. Baldini.

LIVORNO. Con Lucarelli sarebbe stato tranquillamente da metà classifica. Difesa confermata, centrocampo rinnovato, e il forte dubbio che lo spagnolo Tristan possa far rimpiangere il bomber dello Shathtar. Tavano è comunque un buon colpo.
Probabile formazione (4-4-2): Amelia; Balleri, Grandoni, Galante, Pasquale; A. Filippini, Dhorasoo, Giannichedda, E. Filippini; Tristan, Tavano. All. Orsi.

EMPOLI. I miracoli non si ripetono due volte. Cagni lo sa, i suoi ragazzi lo sanno: ripetere l’annata scorsa con la storica qualificazione in Coppa Uefa sarà impossibile. Tutt’altro che impossibile, invece, la salvezza. Occhio a Giovinco: è un campioncino.
Probabile formazione (4-2-3-1): Balli; Raggi, Adani, Pratali (Marzoratti), Tosto; Marianini, Marchisio; Buscè (Giovinco), Vannucchi, Giacomazzi; Saudati.

GENOA. Dubbi su un modulo che è un’arma a doppio taglio, con una difesa peraltro da verificare che fa da contraltare ad una linea d’attacco di seconda fascia.
Probabile formazione (3-4-3): Rubinho (Pegolo); Bega (Masiello), De Rosa, Bovo; Rossi, Milanetto, Paro, Fabiano; Papa Waigo, Borriello, Di Vaio. All. Gasperini.


IN FONDO AL GRUPPO

NAPOLI. Sul giudizio pesano i tre acquisti promessi dal presidente ancora non tramutati in realtà. Nel frattempo, persi Bianchi e Giuseppe Rossi, la squadra della scorsa stagione rimpolpata con calciatori tutti da testare non sembra prefigurare sogni di gloria. Urgono un goleador, un mediano di quantità e un difensore di esperienza.
Probabile formazione (3-5-2): Iezzo; P. Cannavaro, Domizzi, Contini; Grava, Gargano, Hamsik, Dalla Bona, Bogliacino (Rullo); Calaiò (Sosa), Lavezzi. All. Reja

ATALANTA. Delneri ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza, ma l’impressione è che i miglioramenti significativi si siano avuti soltanto sulle fasce laterali, con Langella e Floccari.
Probabile formazione (4-4-2): Coppola; Adriano, Rivalta (Talamonti), Carrozzieri, Bellini; Ferreira Pinto (Floccari), De Ascentis, Bernardini (Tissone), Langella; Doni, Zampagna. All. Delneri.

PARMA. È la solita squadra imbottita di giovani che sembra sul punto di capitolare salvo risvegliarsi in punto di morte. La rosa è migliorabile ovunque, buoni gli acquisti mirati di Falcone, Morrone e Reginaldo.
Probabile formazione (4-4-2): Bucci; Zenoni, Falcone, Couto (Cardone), Castellini; Gasbarroni, Morrone, Cigarini (Parravicini), Dessena; Reginaldo, Budan. All. Di Carlo.

SIENA. Un solo acquisto sicuro (Lucarelli) e tante scommesse, a partire da un Mandorlini che in Serie A ancora non ha dimostrato il suo valore. Si punta sulla vecchia guardia.
Probabile formazione (4-3-1-2): Manninger; Bertotto, A. Lucarelli, Loria (Portanova), Grimi; Vergassola, Codrea, De Ceglie; Locatelli (Galloppa); Maccarone, Frick (Chiesa). All. Mandorlini.

CAGLIARI. Giampaolo è una garanzia e la politica dei giovani spesso paga, ma… Perdere il trio delle meraviglie in un colpo solo potrebbe stravolgere equilibri già consolidati. E il resto della squadra non sembra dare sufficienti garanzie.
Probabile formazione (4-4-2): Fortin; Ferri, Lopez, Bianco, Del Grosso; Foggia, Parola, Conti, Fini; Matri, Acquafresca. All. Giampaolo.

REGGINA. Finita l’era Mazzarri (e Bianchi) resta un organico pieno di falle e un allenatore che dovrà sudare per trattenere i suoi pezzi pregiati (Amoruso in testa). Salvezza possibile, ma difficile.
Probabile formazione (4-3-3): Campagnolo; Lanzaro, Valdez, Aronica, Modesto; Vigiani, Cascione, Tognozzi; Cozza, Amoruso, Joelson.