martedì 3 luglio 2007
Coco e i perché
di COSIMO ARGENTINA
La domanda di fondo è sempre la stessa: perché?
Perché giochi al calcio? Perché scrivi una poesia d’amore? Perché scolpisci sotto la pioggia?
Perché?
Qual è la molla che ti spinge a soffrire, sudare, sputare sangue cercando di farcela. Perché si lotta per un risultato o per fedeltà al delirio che ci si è scelti?
Perché si gioca al calcio?
Perché so fare solo quello. Perché nella vita sono un mediocre e invece in campo divento un eroe. Perché la forza che mi viene dal manto erboso mi rende pressoché invincibile. Perché non ne posso fare a meno. Perché da bambino giocavo e calciavo contro tutto e tutti.
Ma a questo punto stringiamo l’ottica e tiriamo fuori un’altra domanda che sorge altrettanto spontanea: perché Coco gioca al calcio?
Perché Francesco Coco ha deciso di fare il calciatore?
Non ci scandalizziamo, no, riguardo alle personalità che da sempre hanno attraversato il mondo del calcio. Erik Cantona in gessato e bombetta che sfascia il volto di un tifoso avversario; Paul Gazza Gascoigne che salta gli allenamenti per andare al pub con gli amici; Albertosi in ritardo al raduno per colpa dell’ultima corsa all’ippodromo…
Ma rispetto a loro una domanda almeno aveva una risposta certa: perché giocavano? Perché erano calciatori di razza, magari con temperamenti particolari, ma giocavano perché per loro quella era la vita.
E Coco?
E per Coco?
Di Bobo Vieri si può dire questo e quest’altro ma in campo c’ha il fuoco. Vuole la porta e la cerca quasi con disperazione e ora che la vede sempre di meno la sua faccia comincia a deformarsi nel ghigno di un frustrato aggrappato a una parete di cristallo.
Ma Coco?
Perché Francesco Coco ha deciso di fare il calciatore?
Cosa lo spinge a giocare?
Cosa desidera, in realtà, questo ragazzo? Perché gioca a pallone questo ragazzo siciliano nato calcisticamente nel milanese del nord, a Legnano, dove lo ricordano soprattutto per essere un bel figliolo che per essere stato considerato per un tot di anni l’erede di Paolo Maldini?
I calciatori di una volta giocavano, giocavano, giocavano e poi aprivano una pompa di benzina. Altri finivano dietro una scrivania nella sede della società a cui erano stati fedeli per un’intera carriera.
E Coco?
Perché gioca al calcio questo ragazzo che ha militato nel Barcellona (Pozzo di Gozzo? Macché… i blaugrana!!), nel Milan, nell’Inter, nel Livorno, nel Torino, nel Lanerossi Vicenza…
Perché?
Uno volta uno scrittore mio conoscente mi ha confessato che faceva il narratore per scoparsi le ragazze. E un editor una volta mi confidò che conosceva un direttore editoriale che non capiva nulla di letteratura ma che la posizione all’interno della casa editrice gli permetteva di adescare giovani maschi alla ricerca di una pubblicazione e portarseli a letto. E un cantante mi raccontò che il suo sogno era arrivare a cantare una canzone in diretta in tv. Poi poteva anche aprire una salumeria.
E Coco?
Qual è la sua passione nuda e cruda?
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2 commenti:
Pozzo di Gotto, Barcellona Pozzo di Gotto.
Suvvia...
Cosimo - Sarò mica io, lo scrittore tuo conoscente?
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