di FABIO COSTANTINO
Ogni estate calcistica che si rispetti ha la sua telenovela ufficiale. In attesa che il Milan si renda conto del suo mercato imbarazzante, è quello legato a Chivu il caso più corposo dell’ultimo mese. Tanti gli attori protagonisti di questa commedia dell’assurdo: Rosella Sensi, i Becali Bros, Massimo Moratti, Joan Laporta e Ramon Calderon. Alcuni hanno svolto un ruolo da comparsa, altri sono tutt’ora sotto i riflettori, in attesa che la pellicola arrivi a una conclusione. Per molti questo è già accaduto, con il classico “tanto rumore per nulla” che costringe il difensore romeno a rimanere nella capitale fino agli ultimi respiri del suo contratto. Ma in realtà la never ending story all’italiana è ancora in pieno svolgimento, con gente che non si parla e altri che dissimulano interesse o menefreghismo ogni volta che cambia il vento. Rapido quadro della situazione. Tutto inizia prima dell’apertura delle buste per definire le comproprietà. Tra i calciatori in ballo, quel David Pizarro “ripudiato” da Mancini e amato come un figlio da Spalletti. Perché mai arrivare a uno scontro frontale tra Roma e Inter, quando ci si potrebbe accordare in altro modo? Magari lasciando il cileno a Trigoria, in cambio di una cifra modesta equiparata in 6 milioni di euro. Ma Moratti, pur avendo un cuore grande così, non è tipo da fare regali alle altre società (Milan a parte...), e probabilmente nella fattispecie si è tutelato garantendosi una prelazione sull’acquisto di Chivu, difensore eclettico che troneggia nei sogni del Mancio. Tutto semplice, no? Lui se ne vuole andare da Roma a un anno dalla scadenza del contratto, l’Inter lo accoglierebbe a braccia aperte, senza tuttavia spendere cifre da capogiro. E la società capitolina che guadagna una buona cifra dopo essersi assicurata l’imprescindibile Pizarro. In tutto questo, ecco entrare in punta di piedi i fratelli Becali, procuratori di mezza Romania e, naturalmente, del capitano della nazionale. Per loro l’accordo con Moratti è stato semplice: 5 milioni a Chivu e non se ne parli più. Una stretta di mano talmente forte da convincere i due agenti a rifiutare ogni altra proposta d’acquisto. Ma cosa c’entra questo? Se ormai è tutto definito, chi altri può interferire nel matrimonio tra Massimo (Moratti) e Cristian (Chivu), con Rosella (Sensi) testimone? Ma il gatto e la volpe spagnoli, i Laporta e Calderon che cercano un difensore di nome per Barcellona e Real Madrid. Via dunque alla fatidica asta, con la Sensi osservatrice golosa e Pradè braccio armato investito di ogni trattativa: 15 milioni dalla Catalogna, 18 dalla Castiglia. E l’Inter? Sorpresa da questo tourbillon di monete, fa un passo indietro per non partecipare ad alcuna asta. Tanto sa di avere in mano il jolly determinante: il sì di Chivu, o meglio dei Becali, che mai rinuncerebbero alla commissione su quei bellissimi 5 milioni annui. Giorno dopo giorno, agli ok della Roma seguono i rifiuti dell’entourage del calciatore, fino ad arrivare all’abbandono della pista romena da parte spagnola, virata verso altri lidi (Milito e Pepe). Stop, dunque, fine dell’asta. Rosella è furibonda, non vuole accettare l’offerta dell’Inter perché inferiore alle altre. Ma l’offerta dell’Inter, a un certo punto, sparisce in un puff, un po’ per strategia, un po’ per irritazione nei confronti di chi ha attirato altre api a un miele già dato via. Situazione? Oggi Chivu è in ritiro con la Roma, che non ne vuole sapere di trattare con Moratti, il quale non ha voglia di parlare con la capitale. I Becali, accusati di aver impedito la cessione del giocatore in Spagna, devono acconsentire all’obbligo di rispettare il contratto fino all’ultimo giorno, esponendo così il loro protetto a una contestazione pubblica. Accettata, tra l’altro, di buon grado dal nostro protagonista, prima oggetto del desiderio di mezza Europa e oggi separato in casa giallorossa. Chivu rispetterà il contratto e se ne andrà il 30 giugno dove gli offriranno di più (sarà sempre l’Inter?), ma in questi 12 mesi dovrà sorbirsi il malcontento della tifoseria, poco propensa a perdonare chi aveva già pronte le valigie verso Milano. Questo il quadro, ma finirà davvero così? Nessuna possibilità di dialogo tra Sensi e Moratti? Che fine ha fatto quell’accordo dopo la cessione di Pizarro? Forse la Roma ha giocato troppo con il fuoco cercando di guadagnare il più possibile. Un tempo il patron nerazzurro, per spirito di competizione, avrebbe accolto la sfida e l’avrebbe persino vinta. Ma quei tempi sono finiti. Oggi il buon Moratti, con Moggi fuori gioco, ha scoperto che il miglior modo per portarsi a casa i giocatori è parlargli direttamente, costringendo poi la loro società ad accettarne la volontà (vedi Suazo). È proprio vero che il mercato lo fanno i calciatori, ma una piccola quantità di etica sarebbe ben accetta. Adesso Moratti fa l’indifferente, sostiene che Chivu non gli serve, e lo ignora. Ma forse si tratta semplicemente di un’altra tattica. Dopotutto, in amore vince chi fugge....
Ogni estate calcistica che si rispetti ha la sua telenovela ufficiale. In attesa che il Milan si renda conto del suo mercato imbarazzante, è quello legato a Chivu il caso più corposo dell’ultimo mese. Tanti gli attori protagonisti di questa commedia dell’assurdo: Rosella Sensi, i Becali Bros, Massimo Moratti, Joan Laporta e Ramon Calderon. Alcuni hanno svolto un ruolo da comparsa, altri sono tutt’ora sotto i riflettori, in attesa che la pellicola arrivi a una conclusione. Per molti questo è già accaduto, con il classico “tanto rumore per nulla” che costringe il difensore romeno a rimanere nella capitale fino agli ultimi respiri del suo contratto. Ma in realtà la never ending story all’italiana è ancora in pieno svolgimento, con gente che non si parla e altri che dissimulano interesse o menefreghismo ogni volta che cambia il vento. Rapido quadro della situazione. Tutto inizia prima dell’apertura delle buste per definire le comproprietà. Tra i calciatori in ballo, quel David Pizarro “ripudiato” da Mancini e amato come un figlio da Spalletti. Perché mai arrivare a uno scontro frontale tra Roma e Inter, quando ci si potrebbe accordare in altro modo? Magari lasciando il cileno a Trigoria, in cambio di una cifra modesta equiparata in 6 milioni di euro. Ma Moratti, pur avendo un cuore grande così, non è tipo da fare regali alle altre società (Milan a parte...), e probabilmente nella fattispecie si è tutelato garantendosi una prelazione sull’acquisto di Chivu, difensore eclettico che troneggia nei sogni del Mancio. Tutto semplice, no? Lui se ne vuole andare da Roma a un anno dalla scadenza del contratto, l’Inter lo accoglierebbe a braccia aperte, senza tuttavia spendere cifre da capogiro. E la società capitolina che guadagna una buona cifra dopo essersi assicurata l’imprescindibile Pizarro. In tutto questo, ecco entrare in punta di piedi i fratelli Becali, procuratori di mezza Romania e, naturalmente, del capitano della nazionale. Per loro l’accordo con Moratti è stato semplice: 5 milioni a Chivu e non se ne parli più. Una stretta di mano talmente forte da convincere i due agenti a rifiutare ogni altra proposta d’acquisto. Ma cosa c’entra questo? Se ormai è tutto definito, chi altri può interferire nel matrimonio tra Massimo (Moratti) e Cristian (Chivu), con Rosella (Sensi) testimone? Ma il gatto e la volpe spagnoli, i Laporta e Calderon che cercano un difensore di nome per Barcellona e Real Madrid. Via dunque alla fatidica asta, con la Sensi osservatrice golosa e Pradè braccio armato investito di ogni trattativa: 15 milioni dalla Catalogna, 18 dalla Castiglia. E l’Inter? Sorpresa da questo tourbillon di monete, fa un passo indietro per non partecipare ad alcuna asta. Tanto sa di avere in mano il jolly determinante: il sì di Chivu, o meglio dei Becali, che mai rinuncerebbero alla commissione su quei bellissimi 5 milioni annui. Giorno dopo giorno, agli ok della Roma seguono i rifiuti dell’entourage del calciatore, fino ad arrivare all’abbandono della pista romena da parte spagnola, virata verso altri lidi (Milito e Pepe). Stop, dunque, fine dell’asta. Rosella è furibonda, non vuole accettare l’offerta dell’Inter perché inferiore alle altre. Ma l’offerta dell’Inter, a un certo punto, sparisce in un puff, un po’ per strategia, un po’ per irritazione nei confronti di chi ha attirato altre api a un miele già dato via. Situazione? Oggi Chivu è in ritiro con la Roma, che non ne vuole sapere di trattare con Moratti, il quale non ha voglia di parlare con la capitale. I Becali, accusati di aver impedito la cessione del giocatore in Spagna, devono acconsentire all’obbligo di rispettare il contratto fino all’ultimo giorno, esponendo così il loro protetto a una contestazione pubblica. Accettata, tra l’altro, di buon grado dal nostro protagonista, prima oggetto del desiderio di mezza Europa e oggi separato in casa giallorossa. Chivu rispetterà il contratto e se ne andrà il 30 giugno dove gli offriranno di più (sarà sempre l’Inter?), ma in questi 12 mesi dovrà sorbirsi il malcontento della tifoseria, poco propensa a perdonare chi aveva già pronte le valigie verso Milano. Questo il quadro, ma finirà davvero così? Nessuna possibilità di dialogo tra Sensi e Moratti? Che fine ha fatto quell’accordo dopo la cessione di Pizarro? Forse la Roma ha giocato troppo con il fuoco cercando di guadagnare il più possibile. Un tempo il patron nerazzurro, per spirito di competizione, avrebbe accolto la sfida e l’avrebbe persino vinta. Ma quei tempi sono finiti. Oggi il buon Moratti, con Moggi fuori gioco, ha scoperto che il miglior modo per portarsi a casa i giocatori è parlargli direttamente, costringendo poi la loro società ad accettarne la volontà (vedi Suazo). È proprio vero che il mercato lo fanno i calciatori, ma una piccola quantità di etica sarebbe ben accetta. Adesso Moratti fa l’indifferente, sostiene che Chivu non gli serve, e lo ignora. Ma forse si tratta semplicemente di un’altra tattica. Dopotutto, in amore vince chi fugge....
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